Per sviluppo sociale si intende il modo con cui i bambini interagiscono con gli altri, e quindi gli schemi di comportamento, i sentimenti e gli atteggiamenti manifestati dai bambini nei confronti di altre persone (Schaffer, 1996).
La prima infanzia comprende invece il periodo che va da zero a tre anni circa.
Il tema della socializzazione, a partire dalla prima infanzia, è molto importante perché un regolare sviluppo sociale porrà nel bambino le basi della fiducia in se stesso.
Già dalla nascita, il neonato è in grado di emettere dei segnali (pianti e vocalizzazioni di diverso tipo) capaci di elicitare una reazione adeguata negli adulti. È inoltre capace di orientarsi in direzione di volti e voci umane.
Verso il quarto mese è in grado di distinguere la madre e il padre e di afferrare oggetti accostandosi ad essi. Alla fine del primo anno comparirà la locomozione a carponi seguita ben presto dalla locomozione eretta.
Nel primo anno di vita, un importante precursore di scambio sociale è dato dalla capacità del bambino di sviluppare una ritmica ciclica durante la suzione del latte materno, attraverso un’alternanza tra suzione e stimolazioni materne; queste ultime avvengono durante l’allattamento nei periodi di pausa tra una suzione e l’altra. Questo primo apprendimento della capacità di alternare i turni, nella prima interazione con la madre, porrà le basi per una sana interazione sociale con l’altro (Kaye, 1982). Infatti durante le pause tra le varie suzioni la madre, comportandosi come se il bambino stesse interagendo di proposito con lei, determinerà in lui le condizione favorevoli all’acquisizione di schemi di relazione diadica, fondamentali per i futuri scambi sociali.La relazione con la madre è quindi fondamentale per i successivi rapporti con l’altro.
Fino al sesto mese, infatti, il neonato mostra interesse per l’altro, ma si limita a compiere nei suoi confronti azioni come il guardare, il toccare o il compiere dei vocalizzi.
Sarà dal sesto mese in poi che il bambino si rivolgerà all’altro per prendergli qualcosa o sorridergli, denotando verso di lui un’aspettativa sociale. Ma in questa prima interazione, il coordinamento tra i comportamenti è raggiunto per gradi. Sarà infatti dal secondo anno in poi che i bambini si cimenteranno in interazioni complementari con l’altro con maggior successo.
Nel corso di un tale sviluppo sarà fondamentale, per il bambino, l’osservazione delle reazioni dell’adulto: verso la fine del primo anno, per fare un esempio, il bambino che cade, osservando le reazioni degli adulti, inizierà a costruire un sé distinto dagli altri, un rudimentale inizio della sua capacità di attribuire stati mentali agli altri.
Ma se è vero che lo sviluppo sociale segue delle tappe analoghe nei diversi bambini, come si sviluppano le differenze individuali nei bambini stessi, già a partire dalla prima infanzia? Uno studio (Chess e Thomas, 1987) ha provato a rispondere a questo interrogativo. Lo studio in questione ha rilevato caratteristiche temperamentali in bambini molto piccoli, giungendo ad una classificazione che distingue i bambini in: bambini facili da trattare (di buon umore, adattabili alle nuove esperienze, moderatamente reattivi agli stimoli, regolari nei ritmi biologici), bambini difficili da trattare (spesso di cattivo umore, refrattari alle nuove esperienze, eccessivamente reattivi agli stimoli, irregolari nei ritmi biologici) e bambini lenti a scaldarsi (reagiscono inizialmente come bambini difficili ma, in un secondo tempo, si comportano come i bambini facili da trattare). Secondo gli autori dello studio, a bambini con temperamenti diversi seguirebbero reazioni diverse da parte dei genitori. Ed è a questo punto che è necessario, per spiegare le differenze individuali nei bambini, far riferimento alla compatibilità tra il temperamento del bambino e le aspettative dei genitori. Alcune caratteristiche nel temperamento di un bambino possono infatti essere meno tollerate in una famiglia e meglio tollerate in un’altra. Così il temperamento del bambino avrà effetti diversi su genitori diversi. Questi ultimi, con le loro differenti reazioni, avranno più o meno probabilità di modificare il temperamento del bambino all’interno di un circuito a retroazione reciproco. Ciò può spiegare la presenza di differenze individuali nel bambino a partire dai primi mesi di vita.
Così, porre attenzione alla socializzazione del bambino sin dai primi mesi di vita è molto importante. Incoraggiare il bambino a relazionarsi con coetanei e adulti, affinché egli impari ad acquistare fiducia in se stesso e nell’altro, è fondamentale. Inoltre, conoscere alcuni aspetti di come lo sviluppo sociale avviene può aiutare l’adulto a meglio interagire con il bambino, a partire dalla sua nascita.
Dott.ssa Sara Reginella
L’articolo è stato scritto dalla dott.ssa Sara Reginella e pubblicato per la prima volta nel web il 16 aprile 2010.
Non posso che essere completamente d’accordo con la tua sintesi e linea di consigli, complimenti!
Certo che essere stati consapevoli prima sarebbe stato meglio mahhh……..