“Si è lavorato affinché il solo nome diventasse in grado di evocare automaticamente un’idea salvifica, così che le persone se ne potessero innamorare, rimanendo vincolate, assoggettate ed emotivamente connesse alla personificazione vittoriosa di un nuovo eroe, frutto di una propaganda costante, assillante e martellante che anestetizza il pensiero e stimola le emozioni”. Il mio ultimo pezzo per l’AntiDiplomatico dal blog Mondo e Psicologia: LINK
Un gigante, un fuoriclasse. Fenomenologia della costruzione mediatica del personaggio Draghi