Da oggi online su l’Antidiplomatico il mio blog “Mondo e psicologia”, dal quale pubblicherò notizie e aggiornamenti, gettando una luce psicologica su temi di attualità, perché la salute mentale passa anche attraverso uno sguardo consapevole sul mondo.
Nell’articolo “Grup Yorum, oppressioni e tortura nel 2020 in Turchia” denuncio le modalità con cui la repressione governativa agisce in Turchia attraverso la violenza.
Dall’articolo: “Se l’obiettivo perverso della tortura è quello di ottenere informazioni attraverso la violenza, ne è ben nota l’inefficacia. Come spiegato da un punto di vista neuro-scientifico dal professor Shane O’Mara nella sua opera “Perché la tortura non funziona – le neuroscienze dell’interrogatorio”, è erronea la convinzione che la tortura stessa, intervenendo sulla volontà delle vittime interrogate, porti all’emersione e dichiarazione di ricordi. In realtà, poiché il richiamo di un ricordo non è un processo automatico, ma è frutto di una ricostruzione e può essere alterato anche in situazioni normali, esso sarà a maggior rischio di alterazione in condizioni di potente stress, come quelle cui è sottoposto il cervello durante la coercizione feroce della tortura”.
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Nella foto, il musicista Ibrahim Gökçek accanto alla cantante Helin Bölek.