Riflessioni su sindrome della capanna post covid-19 da una mia intervista uscita ieri sul quotidiano Il Tempo e ora on-line.
“La mia critica è che si calca sulla paura, ma poi non si aiutano le persone in difficoltà. Se c’è un cittadino italiano che è rinchiuso in casa ed ha difficoltà a tornare alla propria vita, o un cittadino italiano che può suicidarsi da un momento all’altro perché il suo lavoro si è bloccato, beh il Governo dovrebbe intervenire per aiutare queste persone che magari non si possono permettere, in questa fase di crisi economica, di pagarsi una terapia. E in Italia invece non sono stati stanziati fondi per intervenire su questi aspetti (…).
Non bisogna mandare solo messaggi di paura. Bisogna mandare messaggi di speranza, con una informazione corretta. Anziché spaventare le persone – perché vede, di fronte alla paura la gente o nega il problema e fa gli assembramenti, oppure si chiude in se stessa e stop – bisogna informare con una speranza. E per fare questo l’informazione corretta è alla base di tutto”.